Storia e curiosità sulla città più giovane d’Istria
Oramai qualche anno fa, “costrette” da un caro amico, abbiamo visitato la città di Raša – Arsia, nel sud-est della penisola istriana, non lontano da Labin-Albona. Quel giorno di agosto, con le temperature che superavano i 30°, l’unico nostro desiderio era il mare, non certo camminare in lungo e largo in una città con un passato minerario, costruita durante il fascismo. Dobbiamo, però, ammettere che, già giungendo in automobile nei pressi della città, la curiosità per questo luogo si era fatta molto forte. Da subito, infatti, Raša-Arsia si mostra in tutta la sua particolarità urbanistica e archittettonica che, a noi bisiachi, ricorda quella del quartiere di Panzano a Monfalcone, sorto attorno al cantiere navale.
La storia di Raša – Arsia
La città di Raša-Arsia (nome d’origine Liburnia) si trova nella valle del torrente Krapan, un affluente dell’omonimo fiume Arsia, a soli 2 chilometri dal mare. Si tratta della città istriana più “giovane”, essendo stata costruita tra il 1936 e il 1937 dal regime fascista come una delle nuove “città di fondazione”, provvista di tutte le infrastrutture e i servizi per ospitare tra le 2000 e le 3000 persone.
Il progetto della città, che doveva rispondere alle esigenze dell’industria mineraria carbonifera, fu opera dell’architetto Gustavo Pulitzer Finali di Trieste. L’insediamento, caratterizzato dallo stile razionalista, aveva una divisione funzionale e sociale palese: due terzi della città era destinato ai fini residenziali, mentre il resto, a sud dell’abitato, era occupato dagli edifici amministrativi della miniera, oggi in stato di abbandono. Il piano urbanistico seguiva anche un ordine gerarchico preciso: da una parte gli operai, dall’altra i funzionari. La piazza principale del paese con la chiesa di S. Barbara, patrona dei minatori, rappresentava allo stesso tempo la congiunzione e divisione delle due entità. La struttura della chiesa ricorda un carrello minerario rovesciato, mentre il campanile evoca la lampada da miniera.
Durante la guerra, dal 1943 al 1945, la cittadina venne occupata da una guarnigione della Germania nazista. Nel 1961, in epoca jugoslava, in seguito all’esodo di gran parte della comunità italiana, vi si stabilì una colonia di persone provenienti dalla Bosnia Erzegovina che aumentò fino a rappresentare un terzo della popolazione del comune. Furono le autorità jugoslave che, a causa della mancanza di manodopera, organizzarono questi arrivi nella cittadina istriana (Hapadžić, M.).
Successivamente, a partire da metà degli anni sessanta, l’attività mineraria si ridusse progressivamente fino al 1992, quando si concluse definitivamente.
Ciononostante, ancora oggi, ogni scorcio a Raša – Arsia racconta del suo passato minerario.
Gli incidenti in miniera a Raša – Arsia
Numerosi furono gli incidenti che qui ebbero luogo, a causa delle scarse misure di sicurezza adottate in miniera. Il peggiore avvenne il 28 febbraio del 1940, quando un’esplosione uccise 185 minatori. Una tragedia, la più grande nell’Italia di allora, che il regime fascista nascose e che poi venne dimenticata. Solamente negli ultimi anni, un po’ alla volta, questo dramma è riemerso dall’oblio in cui era stato condannato.
Kova Experience: il nuovo progetto turistico della città
Il Comune di Raša-Arsia, il 17 luglio 2023, dopo sei anni di lavori, ha inaugurato la galleria lunga un chilometro e mezzo all’interno dell’ex miniera carbonifera Carlotta. Questa è la prima tappa di un progetto più ampio, denominato Kova Experience (kova, nel dialetto locale, sta per miniera), che ha come obiettivo quello di valorizzare l’aspetto storico-culturale di Raša-Arsia. “Attraverso l’apertura di questa galleria – ha detto Jasmin Mahmutovic, direttore dell’ente turistico – si vuole fornire ai visitatori l’opportunità di verificare sul posto come era lavorare per otto ore di fila nel ventre della terra”.
Inoltre, è possibile visitare il piccolo museo suddiviso in due settori: nel primo si trova la simulazione di un pozzo carbonifero, mentre nel secondo è presente una ricostruzione di una tipica abitazione dei minatori. Per verificare gli orari di apertura, consultate questo sito.
Approfondimenti
Per approfondire, vi consigliamo di guardare l’ottimo reportage di Simone Benazzo (l’amico citato nell’incipit) e Marco Carlone per la RSI Radiotelevisione svizzera a questo link.
Raša – Arsia racconta un’altra Istria, meno conosciuta, che potrebbe fare al caso vostro se cercate qualcosa di diverso dai pur sempre splendidi borghi in pietra. Noi ci torneremo molto presto!
Se poi voleste anche andare al mare, qui trovate il nostro articolo sulla penisola di Kamenjak.